Art Residency

White Soft Rest

Hu Huiming

La creazione artistica di Hu Huiming nasce da un confronto interrogativo tra realtà e virtuale, tra visibile invisibile, che vive una continua evoluzione attraverso la sua ricerca personale. Hu Huiming è una giovane artista che esprime le proprie sensazioni culturali tramite un linguaggio artistico/filosofico peculiare, che punta a un’indagine sociale. Spaziando dalla pittura all’installazione, dalla fotografia all’arte performativa, la sua produzione vanta un’ampia indagine in cui la sperimentazione del mezzo rimane sempre a servizio della sua approfondita ricerca.

Nella fase di esordio l’artista tendeva a utilizzare un linguaggio paradossale, atto ad esprimere direttamente la sua contemplazione della società, con lo scopo di intrigare il pubblico, suscitandone i dubbi e la curiosità attraverso dipinti, fotografie e video non convenzionali. Tra le prime sue opere rappresentative, si ricorda la serie Il fiore nello specchio e La luna nell’acqua, in cui lo straniamento nasceva dalla visione del movimento di una modella sulla cui schiena era stata rappresentata la visione frontale del busto, creando così un corpo bizzarro. Nell’installazione Huisthis, il pubblico osservava il proprio riflesso incorporato in dei frammenti anatomici dipinti su degli specchi, avviando un’indagine relativa al proprio riconoscimento.

Queste opere sono capaci di suscitare delle emozioni forti nel fruitore, esponendo direttamente le contraddizioni visive e causando anche un leggero senso di disagio, derivante dalla disarmonia causata dall'opera, totalmente in opposizione alla cognizione convenzionale a cui è abituato lo spettatore.

Durante i dieci giorni del progetto di residenza Decameron, Hu Huiming ha creato un’installazione intitolata WHITE SOFT REST, che fa nascere una sensazione totalmente nuova nel pubblico. Questo lavoro è diverso dai precedenti in quanto abbandona quell senso di straniamento per recuperare invece una dimensione e una concezione dell’opera molto più inclusiva.

Posizionato in un angolo di 60 gradi tra due pareti bianche  all'interno dell'Art Center, un velo cucito e imbottito di cotone in modo irregolare, pende dall'alto e si riversa sul suolo, finendo per occupare interamente la porzione di pavimento racchiusa in quell’angolo. Il cotone bianco, all’interno dei canali creati dalle cuciture che si intrecciano con le pieghe naturali dei veli, dona l’effetto di un'enorme rete neurale che si estende sul pavimento. La cosa più sorprendente è che cambiando il punto di osservazione cambia totalmente la sensazione che l’opera suscita: guardandola dall’ingresso della sala espositiva l’opera sembra uno splendido ghiacciaio nelle prime ore di un mattino invernale, quando il riflesso del sole fa splendere i cristalli di ghiaccio come stelle. Avvicinandosi all’installazione, il “ghiacciaio” si trasforma in una “cascata” impetuosa, il colore bianco del cotone e la sua forma organica creano delle onde naturali sul pavimento. Man mano che ci si addentra nello spazio espositivo, questo sembra essere investito da una freschezza naturale, si lascia alle spalle la rumorosa vita urbana,   dandoci l’impressione di entrare gradualmente in un rifugio. Quando infine  lo spettatore entra all’interno dell’opera, interagendo con la “cascata” di veli e cotone, entra in gioco anche la percezione tattile, che riesce a creare un contatto più profondo e viscerale. La morbidezza che si sente sotto i piedi e il candore che caratterizza tutta la stanza annunciano che ci si trova dentro uno spazio completamente nuovo. L'opera si presenta come l'acqua di una sorgente in primavera, che calma e rassicurante scorre dolcemente intorno allo spettatore, invitandolo a riposarsi al suo interno. Il pubblico è invitato a sedersi o sdraiarsi, per sentire le risposte sensoriali del suo corpo e godersi la pace e la tranquillità del momento. Attraverso questi livelli di fruizione, l'opera diventa più avvolgente passo dopo passo, dando un senso di immersione che parte da un piano puramente visivo, per poi giungere a quello tattile,  all’interno di un mondo in cui ci si ritrova catturati da elementi artificiali e naturali.

L'intero lavoro è sia tangibile che intangibile, raggiungendo sensazioni universali e atemporali. In quanto opera astratta, il suo svolgersi è totalmente irregolare. La scelta dello spazio espositivo, le forme dei canali creati sul velo morbido dalla macchina da cucire, la fruizione dello spettatore, rendono l’opera in piena vita e con un movimento dinamico e inatteso.  Ogni persona, assumendo posizioni differenti, vedrà lo scaturire di un nuovo immaginario.  L'artista stessa ha lavorato seguendo una traccia molto aperta per la realizzazione di questo lavoro, che rispecchia perciò la fluidità e imprevedibilità della vita, in cui si possono pianificare solo certi passi prossimi, ma il risultato finale può variare a causa di fattori esterni imprevisti e imprevedibili.

Quest'opera riflette appieno la personalità dell’artista, che preferisce non inserirsi in una classificazione meccanica e standardizzata, ma cerca di liberarsi dai confini e dagli ostacoli, per esprimere la propria visione del mondo. Nel processo di ispirazione, anelando a culture diverse e afferrando determinati momenti della vita, Hu Huiming affina costantemente il suo linguaggio artistico per diventare sempre più inclusiva e fluida, sempre adattandosi a nuove circostanze.

Questa opera rispecchia perciò la sua concezione attuale della vita, scaturita dopo una lunga e anche dolorosa riflessione avvenuta in risposta alla situazione sanitaria che ha interessato tutto il mondo in questi ultimi anni; riflessione che le ha fatto abbandonare quella dimensione controversa dei primi lavori, per lasciare spazio a un operato meno fragoroso ma più inclusivo, che invita lo spettatore a una comprensione partecipata del mondo.

 


OPEN DAY                          

04 Agosto 2021

16:00 - 19:00