AAIE exhibition

Games We Play

Yuji Sugimoto

Prenotazione
06.05.2022 - 04.06.2022
Dal 6 maggio al 4 giugno 2022, AAIE Center for Contemporary Art ospita la mostra personale dell'artista giapponese Yuji Sugimoto intitolata "Games We Play", un’occasione per riunire una serie di opere inedite frutto del suo lavoro artistico degli ultimi anni. Attraverso questi personaggi, l'artista ambisce a maggiori possibilità esplorative, ad approfondire il ruolo dell'interazione tra l'individuo e le relazioni con l’esterno e servendosi della “forma del giocattolo” per dare espressione alla relazione esistente tra le persone e la società contemporanea.

"I mie lavori sono costruiti con materiali naturali, sono i nuovi giocattoli di un creatore immaginario."
—— Yuji Sugimoto

Yuji Sugimoto è nato e cresciuto a Nara, storica capitale del Giappone. Dopo la laurea presso la Osaka Univeristy of Arts, per dieci anni ha lavorato a Kyoto nell’ambito del restauro di reliquie culturali. Nel 2018 ha raggiunto l’Italia per intraprendere un percorso di sviluppo come artista indipendente. Le creazioni di Sugimoto trovano supporto nella peculiare cultura giapponese e nelle sue connotazioni. Sabbia e argilla si mescolano per comporre forme geometriche tondeggianti, sulla base scultorea realizzata in argilla egli si serve del colore nel tentativo di riprodurre una sensazione di leggero dinamismo. I colori brillanti e luminosi paiono danzare sulla texture della scultura, conferendo all’opera un'atmosfera sognante, calda e potente, e trasformandola nel simbolo che rievoca alla memoria il periodo dell’infanzia.

Il titolo di questa mostra è "Games We Play". A partire dall’era post-pandemica, “gioco” è stata una delle parole  chiave dell'AAIE, esistono diverse testimonianze storiche e culturali che sottolineano come lo stesso processo di creazione dell'uomo da parte del Creatore fosse iniziato con atteggiamento giocoso. Assumendo la frase "la vita è un gioco" come una sorta di visione dell’esistenza, l'artista procede con la creazione di un'immagine "cinica" per rispondere all’espressione di emozioni e regole della vita reale, suscitando così un’eco nel pubblico. Nello stile del "giocattolo degli dei", le persone passano dall’essere esportatori a tramutarsi in vettori, l'unicità e l'emotività degli individui scompaiono, in favore di una maggiore convergenza verso l’universalità. Ciò non solo corrisponde alla tendenza generale della società umana sotto la spinta della globalizzazione ma, allo stesso tempo, questa visione del concetto di identità personale è in linea con la cultura della vergogna, altamente sviluppata all’interno della civiltà giapponese. “L’io dell’uomo è definito dalle relazioni sociali”; “Una persona abbandonata dalla società o che causa problemi agli altri, equivale a una persona inutile”. Nello scavare in profondità nell’espressione di sé, Yuji Sugimoto ha subito la sottile influenza del contesto culturale di appartenenza.

La stessa serie dei robot, che presenta le caratteristiche del “giocattolo”, è radicata nella filosofia nazionale abbracciata dall’artista. Nel Giappone degli anni ‘90 i robot umanoidi sono diventati un simbolo dell’eroismo, vi convergono nuove forme di onnipotenza e ideologia antibellica, un’esistenza che ha il potere di unire l’intero paese intorno a un unico credo. In effetti, la cultura giapponese è come ossessionata dai robot umanoidi, in particolare dalla creazione di compagni per gli esseri umani dotati di “cuore” e “anima”, un lotto di “contenitori” di forma simile e prodotti in serie che abbia consapevolezza di sé. La parziale coincidenza con l’esistenza degli umani, ha quasi reso gli scienziati dei nuovi creatori.

Le sue opere offuscano l'unicità della "persona" in quanto individuo, esprimendo così l'interrelazione tra uomo e società contemporanea. Gli esseri umani, come giocattoli che sono opera del Creatore, sulla scia dei cambiamenti che avvengono nel mondo esterno, rinnovano costantemente la propria cognizione e le proprie convinzioni. Di fronte a cose come terra, sabbia e pietra che esistevano in questo mondo prima degli esseri umani, l'esistenza di questi ultimi appare di breve durata e insignificante.

Questa mostra è curata da Zhu Yaning, partner fondatore di AAIE. La mostra si propone al pubblico come rassegna e sintesi della carriera creativa dell'artista, volta a favorire una comprensione approfondita dello stato creativo e del percorso artistico di quest’ultimo.